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VENTO DIVINO è difficile restare indifferenti di fronte ad una vicenda come quella dei kamikaze giapponesi: essa può inorridirci, commuoverci o adirarci, ma in ogni caso scuote l'interiorità di ognuno di noi. Tanto più per il modo in cui questa pratica si è affermata. A restarci probabilmente estraneo è invece il codice di comportamento giapponese, il senso di un gesto tanto estremo e, prima di tutto, forse, di un ordine come questo. Siamo ormai alla fine della guerra. La Germania s'è già arresa. Solo il Giappone resiste, ostinatamente. Resiste da diversi mesi in condizioni disperate, pur sapendo che la sua situazione bellica è disastrosa. Come viene esplicitamente detto nel secondo episodio di THE COCKPIT, a causa delle ingenti perdite la metà dei piloti giapponesi è composta solo da novellini, mentre i piloti americani sono quasi tutti dei veterani. Per mancanza di materia prima, il metallo con cui vengono costruiti gli aerei viene ricavato ormai dalle pentole e dalle padelle, mentre i motori, in assenza di manodopera specializzata, sono costruiti dai bambini delle elementari. Perciò, spesso, i motori sono mal funzionanti (è il problema del secondo bombardiere che trasporta il tenente Nogami) e anche gli altri apparati bellici presentano imperfezioni e gravi difetti. Quando gli scienziati giapponesi giungono a mettere a punto e a costruire un aereo dotato di motore a reazione, esso viene destinato a trasformarsi in una bomba pilotata da un uomo con il solo scopo di affondare il maggior numero possibile di navi americane. Un aereo progettato per compiere un unico volo, senza ritorno. Il suo pilota sa che non potrà salvarsi. All'inizio dell'OAV Sonic Attack Thunder Team viene presentato sinteticamente il funzionamento di uno di questi Ooka. La piccola descrizione introduttiva, quasi una scheda tecnica, viene poi sviluppata durante il racconto, arricchita di tutte le componenti umane ed esistenziali che necessariamente si legano ad ognuno di questi aerei della morte. Essi sono detti "Bocciolo di Ciliegio" (Cherry Blossom) perché, come spiega il narratore nell'introduzione, sono simili ad un fiore non ancora sbocciato che cade in terra: come vuole la ferrea legge della natura, non potrà più tornare sul ramo, così come l'Ooka, una volta lanciato, non può più tornare indietro. Un'ulteriore aspetto, di natura contraddittoria e forse difficilmente comprensibile dalla nostra mentalità, è il modo in cui i piloti degli Ooka venivano arruolati. Si trattava generalmente di giovani studenti, sui quali la politica e la propaganda avevano avuto una forte presa. Ma non è da escludere che essi fossero anche arruolati coercitivamente, utilizzando efficaci ricatti psicologici basati sul senso dell'onore e del dovere, facenti leva, insomma, sulle regole morali codificate dal Bushido. Probabilmente ad avere agito nei confronti di Nogami è stata proprio una strategia di questo tipo: infatti, dal dialogo con l'equipaggio del bombardiere, emergono sia il dolore per l'imminente morte, il sentimento di ineluttabilità e di fatalità legato a quest'evento, proprio di chi subisce qualcosa senza averlo scelto deliberatamente, ma anche, seppur in modo velato, una componente di adesione e di accettazione di questo tipo di politica e di azione militare. Infatti uno dei suoi compagni gli chiede se ha scelto di pilotare l'Ooka in ragione degli studi che stava conducendo, legati appunto alla progettazione di motori a reazione. L'Ooka non fu l'unico aereo progettato per azioni suicide. Vi furono anche il Ki 115 Tsurugi, costruito con materiali assolutamente inadatti al volo, rimaneggiato e modificato innumerevoli volte e alla fine mai impiegato; e il Nakajima Kikka. Fu pronto solo nell'agosto del 1945 e anch'esso non fu mai utilizzato. Doveva essere dotato di motore a reazione, come il caccia Messerschmitt Me 262. Gli ingegneri tedeschi cercarono di far pervenire, via mare, i progetti di costruzione alle armate giapponesi. Ma di quel materiale non arrivò mai nulla e gli scienziati nipponici dovettero, in lotta contro il tempo, cercare di realizzarlo da soli. Fortunatamente, fu tutto inutile. Nausicaa
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