THE COCKPIT

ANALISI E COMMENTI
INTRODUZIONE A "THE COCKPIT"

LIBERTA' DI VIVERE E LIBERTA' DI MORIRE

ARMI SEGRETE AL CREPUSCOLO DEL TERZO REICH
VENTO DIVINO
DUE UOMINI UNITI NEL SANGUE E NELL'ACCIAIO
ALI DI ANGELO E MANI DI DIAVOLO
FIORI DI CILIEGIO NELLA TEMPESTA
IL TRAMONTO DEL SOGNO DI UNA GRANDE ASIA

LIBERTA' DI VIVERE E LIBERTA' DI MORIRE

è raro vedere un OAV così carico di significati come THE COCKPIT, in cui l'abilità grafica dei tre character designer completa la ricchezza dei messaggi forniti dal manga. Per i temi trattati, e per l'ambientazione, si può dire che queste siano le storie più vicine alla realtà tra quelle raccontate da Matsumoto, e per questo motivo l'autore, libero da complicate spiegazioni su balzi iperspaziali o ferrovie intergalattiche, si sofferma sui contenuti, riuscendo in una sola ora di animazione a dare vita a personaggi indimenticabili.

Il tema fondamentale che viene esaltato in questi OAV è senza dubbio la voglia di libertà, argomento che d'altra parte sta molto caro a Matsumoto, e che vediamo largamente espresso, in modi diversi, anche in altre opere; la libertà viene qui esaltata in tutte le sue forme, riassumendo quindi la complessità di questo importante aspetto della vita umana. Il primo episodio è il più "semplice" da leggere e interpretare, e in effetti anche quello più simile alle "normali" opere matsumotiane: non sfugge infatti la somiglianza di Reindhas e Meruhenna con Harlock e Maya, né per quanto riguarda il loro amore triste e profondo, né per quanto concerne il coraggio che la ragazza sa infondere all'uomo. La libertà, in Seirouken Kiryuu, è un acquietamento della propria coscienza, turbata dal rimorso per aver messo in pericolo, con l'ingegno dei protagonisti, la sorte di una città e in futuro anche del mondo intero.

E la presenza dell'ordigno nucleare, teorizzato da Reindhas e costruito da Meruhenna e dal padre, rappresenta un altro tema caro a Matsumoto, ossia la degenerazione della scienza quando viene utilizzata a fini bellici, e la completa fiducia dell'uomo nei confronti della macchina, fiducia spesso mal riposta; al contrario, il piccolo Fockewulfe rimane sostanzialmente l'unico vero amico di Reindhas, e costituisce l'altra faccia della medaglia, nel momento in cui il mezzo meccanico viene in aiuto dell'uomo. Questo rapporto di amicizia tra l'uomo e la macchina, presente in tutte le epopee matsumotiane, da UCHUU SENKAN YAMATO a UCHUU KAIZOKU CAPTAIN HARLOCK a GINGA TETSUDOU 999, è un caposaldo anche del terzo episodio, in cui Utsunomiya vive in simbiosi con il proprio sidecar, fino alla morte: "... E' una parte di me, il suo motore è il mio cuore. Quando io morirò, lei morirà con me".

Il conflitto uomo-macchina è invece presente nel secondo episodio, in cui Nogami, aspirante ricercatore missilistico, si trova a dover affidare la propria anima proprio ad un missile, il suo Ooka, dando la colpa ad un destino ironico e beffardo. Non a caso il secondo e il terzo episodio sono ambientati in un Giappone ormai distrutto e sconfitto dagli Alleati. In questo modo, Matsumoto ha la possibilità di raccontare un altro aspetto della libertà, intesa ora come liberazione da una mentalità fatta di ordini e onore ferito, di kamikaze e di eroici disperati soldati semplici: sia Nogami che Utsunomiya, infatti, hanno la massima fretta nel portare a termine la propria missione, e se il primo lo fa soprattutto per una questione di onore, e per vendicare i compagni caduti nel tentativo di portarlo alla morte, il secondo esprime una cieca e inutile obbedienza nei confronti dei suoi superiori. "Senza aver ricevuto l'ordine di farlo, le truppe giapponesi non moriranno né si ritireranno, ma rimarranno in servizio per cento, persino duecento anni".

I personaggi di THE COCKPIT sono uomini sconfitti, ma vanno verso la sconfitta a testa alta, così come d'altra parte ha fatto il Giappone nel 1945; viene però sottolineata la generale negazione dell'identità dell'individuo, che diventa una pedina inerme al servizio del proprio Paese, fino alla morte: è una realtà ancora presente nel Giappone di oggi, e Matsumoto non manca di manifestare il proprio disaccordo con questa mentalità, che ha sacrificato in guerra migliaia di giovani e giovanissimi, invasati a tal punto da essere contenti di morire per l'orgoglio della Patria. In particolare, risalta l'incredibile e drammatico nichilismo del terzo episodio, nel quale i protagonisti non hanno mai chiesto nulla alla vita, e la perdono con gioia, senza rimpianti: la folle corsa di Kodai, che nemmeno in quest'ultima occasione riesce a vincere la propria debolezza, e la testarda determinazione di Utsunomiya, bambino cresciuto troppo in fretta, sembrano molto più di una condanna nei confronti dello Stato Maggiore nipponico, che non si voleva arrendere nemmeno all'evidenza della sconfitta.

Non molto diversa è la situazione di Nogami, che all'apparenza sembra morire senza lasciare nessun ricordo di sé: la foto della suonatrice di kòto, unico indizio sulla vita di un anonimo soldato, fa intendere invece una dolorosa rinuncia all'amore per una giovane ragazza, magari con la convinzione che la propria morte significasse la salvezza per lei. Simile è la situazione di Reindhas e Meruhenna: in questo caso è la ragazza che si sacrifica per il suo amato, convinta in questo modo di continuare a vivere nel suo cuore, non come autrice di un ordigno mortale ma come la delicata fanciulla di un tempo.

GS

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