A capo della missione, Reindhas riconosce il professor Bahfstein, di cui prima della guerra era stato assistente, accompagnato dalla bellissima figlia Meruhenna; la ragazza, pur innamorata di Reindhas, aveva sposato un uomo di potere, al solo scopo di favorire la carriera del padre, rinunciando persino al suo amore, e la guerra l'aveva presto resa vedova. La sorpresa di Reindhas è perciò grande nel rivederla, così come il rammarico di Meruhenna, che si ritrova davanti al suo amore tradito. Ma il pilota dovrà ancora soffrire a causa sua: Reindhas verifica con raccapriccio che il contenuto del carico non è altro che una bomba nucleare, la prima al mondo, che qualche anno addietro avevano studiato insieme a scopo scientifico. Ora stava per essere utilizzata, anche contro il volere di chi l’aveva costruita, perché, come afferma giustamente Meruhenna, "...se mio padre, se la Germania non l’avesse realizzata, qualcun altro, da qualche altra parte, lo avrebbe fatto per porre fine alla guerra". Dopo aver rivelato a Reindhas la pesante situazione emotiva in cui si trova, soverchiata dai sensi di colpa, la ragazza sembra implorare al suo amato di fare in modo che il B-17 non giunga mai a destinazione, e quello che in seguito si scambiano ha proprio l'aria di essere un tenero e appassionato bacio di addio. La missione ha inizio, e il nuovo aereo di Reindhas abbatte tre Spitfire nemici, anche se ad un certo punto, mentre il bombardiere viene attaccato pesantemente, Reindhas non pare intenzionato ad intervenire. Il pilota sta ricordando le ultime frasi pronunciate poche ore prima da Meruhenna: "La prima fazione che lancerà quest’arma su una città sarà ascritta, sui libri di storia, come il Paese che ha venduto la sua anima al Diavolo". Egli rimane paralizzato, sconvolto dalla sua coscienza di uomo libero, che sembra impedirgli di contribuire al lancio della bomba, mentre nel frattempo l'equipaggio dell'altro aereo comincia ad essere decimato, e padre e figlia scienziati approvano la scelta del loro compagno. "Se avessi delle ali sulla schiena, mi piacerebbe volare lontano... si dice che quando si muore, si diventa degli angeli e si ricevono le ali", aveva detto Meruhenna, ma le ceneri del B-17 si dirigono verso il basso, in seguito a un'esplosione fragorosa. E Reindhas osserva la scena con gli occhi sbarrati, apparentemente vuoti... la sua coscienza ha preso il sopravvento sul suo cuore, e anche lui non crede a ciò che ha fatto. Dolorosa ma emblematica la sua conclusione, prima di sfrecciare per l’ultima volta nei cieli europei: "Non ho rimpianti. Sono Erhart Von Reindhas, l’uomo che non ha venduto l’anima al Diavolo". GS
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