|
CENSURE DELLA PRIMA SERIE 3 - Una donna che brucia come carta (RIASSUNTO) "Anno 2977. Gli uomini erano uniti sotto un solo governo e vantavano un'avanzata civiltà tecnologica. Tuttavia, il loro spirito era sprofondato nell'apatìa. Un giorno, una sfera nera di origini sconosciute arrivò dallo spazio e precipitò sulla Terra. Era l'annuncio della conquista della Terra da parte di una terribile razza aliena. Ma solo quattro uomini intuivano la verità: il Professor Daiba e suo figlio Tadashi, il Professor Cusco e il navigatore dei sette mari dello spazio, comandante della nave pirata Arcadia: Capitan Harlock." Così inizia un altro memorabile episodio, ma quest'inizio nessuno ha mai potuto vederlo né udirlo in Italia poiché, come al solito, è stato censurato. In questo caso, però, non tanto per le parole pronunciate dal narratore, che sono un semplice riassunto della puntata precedente, quanto piuttosto per le immagini che ad esse si accompagnavano. La breve sequenza introduttiva, infatti, rivelava agli occhi dello spettatore uno scenario quanto mai desolante, segno inequivocabile di un'umanità apatica e dissoluta: la Statua della Libertà non si erge più al suo posto ma giace sdraiata su di un fianco, quasi distrutta, mentre le rovine di un arco di trionfo testimoniano antichi fasti ormai dimenticati, e i volti severi dei quattro Padri d'America osservano dalla roccia sgretolata un mondo che lentamente si dissolve. Gli interventi epurativi, comunque, non finiscono qui! Anzi, in questo episodio si moltiplicano ad ogni piè sospinto. Poco dopo l'inizio, infatti, vediamo il Professor Daiba mettersi in comunicazione, attraverso un videotelefono, con il capo dei pompieri, per sollecitare l'invio delle squadre antincendio. Il pennant, infatti, con il suo impatto ha incendiato la città. Ma il capo dei pompieri sta bevendo il suo tè, e non è quindi intenzionato a muoversi di lì, né tanto meno ad impartire ordini. Di fronte alle proteste veementi di Daiba, replica impassibile: - E' una violazione dello Statuto dei Lavoratori. Dovrei ricevere un permesso ministeriale. Non è difficile immaginare perché sia stato levato questo pezzo brevissimo. Ma il taglio più lungo (anzi, in questo caso, la chiamerei ferita), riguarda la morte del Professor Daiba stesso. Una morte violenta, pregna di significati, la spietata fine di un giusto, è banalmente liquidata in poche immagini che non riescono a restituire il senso di desolazione, di perdita che essa porta con sé. Il corpo del Professor Daiba è letteralmente straziato: i suoi vestiti sembrano disfarsi, smembrarsi, in quella caduta senza fine, amplificata da una lunga sequenza di riquadri in successione. Gli occhi restano sbarrati, terrorizzati ed attoniti allo stesso tempo, fissi sul futuro della Terra, su quello del figlio, lasciato irrimediabilmente solo di fronte ad un nemico tanto spietato. La luce è violenta, bianchissima: non esistono più colori, la morte non ha altro che il bianco per esprimersi. Assieme alla morte del professore è scomparsa anche la prolungata e disperata corsa di Tadashi lungo le scale. Una corsa che appare, anch'essa, amplificata nel moltiplicarsi delle rampe, nello snodarsi dei gradini. Ma Tadashi arriva tardi, irrimediabilmente tardi: suo padre è già morto, anche se i suoi occhi sono ancora spalancati. Altri due piccolissimi tagli arrivano a completare questo lungo elenco. Nel primo la stessa Mazoniana che ha ucciso il padre tenta ora di strangolare anche il figlio. Nella versione originale quella stretta soffocante si protrae di più e Tadashi ha il tempo di mormorare: - Perché? Maledette! - prima che arrivi Harlock a salvarlo. Una volta liberato, inoltre, Tadashi si massaggia a lungo la gola dolente, ma anche questo pezzo non compare nella versione trasmessa in Italia. E anche in questo caso la censura ci sembra dovuta ad un eccesso di zelo. Selvaggia
TOP |