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UNA PECULIARE ORIGINALITA' Il manga presenta talvolta anche spunti interessanti, che mancano nella serie, oppure risolve questioni che nell'anime restano aperte e senza risposta (un discorso a parte merita invece la questione del finale). Ad esempio, il mistero sull'origine primigènia dei Terrestri, che nella serie resta insoluto (Raflesia lancia solo l'enigma "Ho piantato semi che hanno germogliato contro di me"), nel manga viene spiegato più compiutamente. Si dice infatti che l'intero universo potrebbe essere come un campo coltivabile per Mazone, un luogo dove far crescere i propri semi, un immenso giardino, dunque. Ogni singolo pianeta in cui questi semi sono stati sparsi diventa così proprietà di Mazone. Un altro aspetto interessante è l'idea del Time Radar, assente del tutto nell'anime e presente invece in UCHUU SENKAN YAMATO. Si tratta di uno speciale dispositivo in grado di rilevare la presenza o la rotta di corpi nello spazio, anche se è trascorso del tempo dal loro passaggio nella zona in esame, compiendo una specie di analisi a ritroso nel tempo che ne rileva le tracce. Per alcuni aspetti, anche da un punto di vista #tecnologico#, il manga presenta soluzioni più avanzate. Un esempio per tutti, anche se banale, sono le tute con cui l'equipaggio dell'Arcadia esce nello spazio esterno o a bordo degli Space Wolf. Nella versione televisiva sono grossi ed ingombranti scafandri, molto simili alle primissime tute con cui i Terrestri tentarono la conquista dello spazio; mentre nel fumetto sono più aderenti al corpo e dotate semplicemente di un casco che permetta la respirazione in assenza di ossigeno. Sono quindi ben lontane da ogni possibile modello realmente esistente, frutto esclusivamente della creatività fantascientifica del loro autore. Vi sono molti altri punti e situazioni, molto spesso secondari, in cui la passione per il disegno tecnologico e per l'invenzione futuristica di Matsumoto si manifesta. Ad esempio nelle complicate strutture dell'Arcadia, piene di cavi, pannelli e schermi, riempiti da complessi diagrammi. Oppure nella strana penna che impugna Harlock, al momento dell'attacco di una guerriera ombra, così diversa da quell'antiquata penna d'oca che usa nella serie tv, che fa tanto pirata d'altri tempi. Ma anche nelle apparecchiature della cucina, o dell'impianto tessile, costituito da una sartoria completamente automatizzata; o in quelle degli ascensori, dell'infermeria, della stessa Sala Comandi. Tutti aspetti che contribuiscono a creare l'immagine di una nave pienamente autosufficiente. Questa stessa vena si manifesta anche nelle tecnologie mazoniane, fantasiose eppure perfettamente credibili. Ci sono allora, ad esempio, il Rivelatore Mentale, la cui forma è ripresa quasi identica nell'anime; le mappe spaziali consultate da Raflesia, costituite da pannelli a basso rilievo in cui sono segnalate le posizioni dei vari pianeti; le stesse astronavi mazoniane, frutto di una civiltà che s'intuisce subito avanzatissima. E l'elenco potrebbe continuare quasi all'infinito. Nausicaa
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